L’obesità rappresenta una delle principali sfide sanitarie globali del nostro tempo. Secondo le stime, entro il 2030 oltre il 40% della popolazione mondiale potrebbe rientrare in una condizione di obesità. Oltre alle ben note conseguenze cardiovascolari, metaboliche e oncologiche, l’obesità maschile può compromettere anche la fertilità, alterando la qualità seminale, i livelli ormonali e persino la salute della prole. In questo articolo approfondiremo la relazione tra obesità e infertilità maschile, analizzando i principali meccanismi coinvolti e le possibili strategie di intervento.
La fertilità maschile dipende da una serie di fattori biologici, tra cui l’equilibrio ormonale, la qualità del liquido seminale, l’integrità del DNA spermatico e la funzionalità dell’apparato riproduttivo. L’obesità può influenzare negativamente ciascuno di questi aspetti attraverso molteplici vie. Negli uomini obesi si riscontra spesso una riduzione del testosterone, associata a un aumento degli estrogeni. Questo squilibrio è dovuto all’attività dell’aromatasi, un enzima presente nel tessuto adiposo che converte il testosterone in estradiolo. Il risultato è un'inibizione dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo, con conseguente riduzione della spermatogenesi. Il tessuto adiposo in eccesso è metabolicamente attivo e produce citochine infiammatorie e radicali liberi, che generano uno stato di stress ossidativo cronico. Questo può compromettere l’integrità delle membrane cellulari e del DNA spermatico, aumentando la frammentazione e riducendo la capacità fecondante degli spermatozoi. L’obesità può indurre modificazioni epigenetiche nel DNA spermatico, come cambiamenti nei pattern di metilazione. Tali alterazioni possono essere trasmesse alla prole, influenzando lo sviluppo embrionale, il metabolismo e persino la funzione cognitiva dei figli.Come l’obesità influisce sulla fertilità maschile
1. Squilibri ormonali
2. Stress ossidativo e infiammazione
3. Alterazioni epigenetiche
Numerosi studi scientifici hanno rilevato che gli uomini obesi presentano una maggiore incidenza di: Oligozoospermia (basso numero di spermatozoi) Astenozoospermia (ridotta motilità) Teratozoospermia (forme anomale degli spermatozoi) Inoltre, la frammentazione del DNA spermatico (SDF) risulta più elevata, con conseguenze negative sulla qualità embrionale, sulla probabilità di gravidanza e sul rischio di aborto spontaneo. L’obesità spesso si accompagna ad altri comportamenti e condizioni che possono peggiorare ulteriormente la fertilità: Alimentazione sbilanciata, ricca di grassi saturi, zuccheri e alimenti ultraprocessati Sedentarietà, che riduce il testosterone e peggiora il profilo metabolico Alcol e fumo, entrambi associati a maggiore stress ossidativo e riduzione della qualità seminale Stress cronico e disturbi del sonno, che alterano l’equilibrio ormonale Esposizione a interferenti endocrini (plastiche, cosmetici, pesticidi) Non è solo la fertilità del padre a essere compromessa. L’obesità paterna può avere un impatto sulla salute della prole: Maggiore rischio di malattie metaboliche, come diabete e obesità Alterazioni nel sistema immunitario del neonato Possibili effetti sullo sviluppo cognitivo Trasmissione di modificazioni epigenetiche che influenzano negativamente il patrimonio genetico Questi effetti sono stati osservati sia in studi clinici che in modelli animali. L’obesità maschile può ridurre l’efficacia delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), come la FIVET o l’ICSI. Alcuni studi hanno evidenziato un tasso più elevato di gravidanze non evolutive e una minore probabilità di impianto e nascita nei casi in cui il partner maschile è obeso. Tuttavia, la letteratura è ancora in parte contraddittoria e servono ulteriori approfondimenti.Parametri seminali compromessi
Il trattamento dell’infertilità maschile legata all’obesità richiede un approccio integrato e personalizzato. Di seguito le principali strategie: Dieta mediterranea: ricca di vegetali, frutta, legumi, pesce e olio extravergine d’oliva, ha dimostrato di migliorare la qualità seminale e ridurre la frammentazione del DNA. Attività fisica regolare: contribuisce a migliorare l’equilibrio ormonale e ridurre l’infiammazione sistemica. Perdita di peso graduale e sostenibile: può favorire un incremento dei livelli di testosterone e una riduzione degli estrogeni. Alcuni nutrienti e supplementi possono supportare la fertilità maschile: Omega-3: migliorano motilità e morfologia degli spermatozoi Zinco, selenio, vitamine C ed E: riducono lo stress ossidativo CoQ10 e L-carnitina: migliorano l’energia e la motilità spermatica In alcuni casi selezionati, l’uso di: Modulatori ormonali (come inibitori dell’aromatasi) GLP-1 receptor agonists (GLP-1 RA): farmaci utilizzati per la perdita di peso che, in modelli preclinici, hanno migliorato la motilità spermatica e ridotto la frammentazione del DNA Riservata ai casi di obesità grave e resistente ad altri trattamenti, può migliorare il quadro metabolico e ormonale. Tuttavia, gli effetti a lungo termine sulla fertilità maschile sono ancora in fase di studio.Cosa fare: strategie di intervento
1. Cambiamenti nello stile di vita
2. Supporto nutrizionale mirato
3. Trattamenti farmacologici
4. Chirurgia bariatrica
L’obesità maschile è un fattore di rischio sottovalutato per l’infertilità. I meccanismi coinvolti sono molteplici: ormonali, infiammatori, genetici ed epigenetici. Agire tempestivamente attraverso interventi nutrizionali, modifiche dello stile di vita e, se necessario, supporti medici o chirurgici, può migliorare significativamente la salute riproduttiva dell’uomo e la qualità della futura prole. La prevenzione, il counseling e la personalizzazione del percorso terapeutico sono strumenti fondamentali per affrontare con successo questa problematica, sempre più diffusa ma spesso silenziosa. Link all'articolo: Conclusioni
https://doi.org/10.1080/20905998.2025.2473219